Eradicazione piante invasive a Pianosa
Interventi preliminari
I nuclei di Senecio mikanioides, Acacia saligna, Acacia pycnantha, Ailanthus altissima, Carpobrotus spp. presenti sull'isola di Pianosa sono stati localizzati attraverso indagini di campagna condotte nella primavera 2010 durante le quali è stata realizzata una mappa distributiva.
Nel mese di ottobre 2010 è stato eseguito un primo intervento di eradicazione della specie aliena invasiva Carpobrotus presso l'Isola di Pianosa. Si è scelto di intervenire in primo luogo sulle aree di diffusione in ambienti dunali, eseguendo un'eliminazione parziale in due particelle, entrambe individuate nella spiaggia di Cala Giovanna. Scopo dell'eliminazione sperimentale è verificare se l'asportazione del Carpobrotus inneschi fenomeni erosivi del suolo non più coperto da vegetazione. Le piante di Carpobrotus erano adiacenti e frammiste al Crithmum maritimum, e al Pancratium maritimum, entrambe specie autoctone. Ad intervalli temporali precisi verrà valutato il livello della sabbia. L'azione svolta è necessaria alla verifica dell'impatto dell'eradicazione sul sistema dunale e preliminare all'eradicazione completa del Carpobrotus dall'Isola di Pianosa.
Interventi di eradicazione
A partire dalla tarda primavera sono inziati i lavori di eradicazione delle specie vegetali esotiche a Pianosa. Questa azione è composta da diversi interventi della durata complessiva di tre anni ai quali seguirà un monitoraggio degli effetti. Durante il primo anno è prevista l'estirpazione manuale e meccanica seguita dall'abbruciamento. Nel secondo anno è importante verificare e in caso di riscontro positivo eliminare i ricacci. Nel terzo anno è ancora essenziale agire sui ricacci, ma anche sulle eventuali plantule originate da seme.
In giugno sono iniziate le operazioni volte all'eradicazione dell'ailanto: interventi di cercinatura e trattamento con glyphosate (erbicida) sugli individui di medie e piccole dimensioni; per gli individui di grandi dimensioni si è reso necessario eseguire alcune incisioni al colletto (base del tronco) tramite la motosega nelle quali è stato inserito il picloram (erbicida). In luglio è stato possibille verifiare gli effetti dell'intervento. Sono morti o seccaginosi tutti gli individui trattati e anche alcuni distanti sicuramente connessi per via radicale all'individuo trattato.
In conclusione si può affermare che la prima fase dell'intervento è ben riuscita: oltre il 99% delle piante fertili è morta prima che potessero maturare i frutti. Nei prossimi mesi e sopratutto nei prossimi anni sarà possibile effettuare questi trattamenti sulle poche piante non trattate, ma sopratutto controllare i ricacci e eliminare le piante decedute.
Gli interventi sono progettati e seguiti dalla società D.R.E.A.M. (http://www.dream-italia.it/)
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